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COP26: Amazzonia CO2 e unità di intenti

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COP26: Amazzonia CO2

L’Amazzonia, grande polmone della biosfera, è un elemento importantissimo della vita sul pianeta. Nel 2021 ha però subito una deforestazione del 22% maggiore rispetto a 2020.

Gli effetti della deforestazione potrebbero portare l’Amazzonia verso un punto di non ritorno in cui la foresta perde quella capacità di tenersi umida e di generare piogge.

Con il graduale declino ecologico si potrebbe arrivare al punto in cui non si potrà più far niente per la foresta e nelle terre amazzoniche subentrerà la savana. Un habitat decisamente più arido.

Mega Incendi e CO2

Oltre a produrre ossigeno, la foresta amazzonica svolge il ruolo cruciale di assorbire CO2.  Gli incendi sono l’altra grandissima crisi ecologica del pianeta. Il cambiamento climatico, oltre a far aumentare il livello di desertificazione provoca l’aumentare dei roghi. Non si parla neanche più di incendi ma di “mega fire” che sono talmente grandi che non si può riescono quasi a domare.

Ci si rende conto che sia decisamente arrivati ad un bivio. Aumentare la prevenzione gestendo in maniera intelligente i nostri ecosistemi è ormai una scelta obbligata. Purtroppo gli incendi sono quasi sempre di origine dolosa e il clima arido ne aumenta gli effetti fino a diventare l’incendio una vera e propria catastrofe.

Durante la conferenza COP26 2021 di Glasgow gli esperti si sono confrontati sui diversi temi per rallentare il cambiamento climatico. Si è parlato in maniera significativa degli impatti negativi dei combustibili convertibili fossili sull’ambiente.

2030

Alle esigenze generali di bandire l’uso del carbone, si sono contrapposte le richieste dell’India che ha fornito argomentazione per una deroga a base un piano di riduzioni per posticipare negli anni la fase di abbandono di questo combustibile. Tra gli aspetti positivi, si è parlato tanto di natura. La crisi climatica si vince da una parte riducendo le nostre missioni in maniera drastica e dall’altra proteggendo la natura perché proprio la natura assorbe la metà delle nostre missioni.

L’impegno formale a fermare la deforestazione entro il 2030 rappresenta certamente un grande passo positivo. Si è anche affrontato il tema del ripristino della natura, ricostruendo quindi quello che abbiamo violato. L’impegno è quello di abbandonare lo sfruttamento, sviluppando piuttosto un atteggiamento di protezione, ricostruzione e rigenerazione di quello che abbiamo distrutto.

E’ necessario tendere la mano alla natura. Ripiantare le foreste favorendo l’ecosistema sarà di grande aiuto per contrastare la crisi climatica.

L’opera di ripristino, si tradurrà peraltro anche in opportunità professionale per le future generazioni con significativi risvolti anche in ambito occupazionale.

FAO

Il 2021 ha portato anche novità positive per la sopravvivenza degli oceani. La commissione generale della FAO ha fatto degli importanti passi avanti per mitigare l’impatto della pesca di specie importantissime, come ad esempio gli squali. Oltre a fermare la pesca illegale, occorre ridurre le quantità di reti fantasma che vengono abbandonate nel mare. Anche se parrebbero piccoli passi sono in realtà ulteriori tasselli cruciali per la sopravvivenza degli oceani, anche dal punto di vista climatico.

Il nostro pianeta è straordinariamente bello, ma allo stesso tempo anche fragile. Proteggerlo è nostro dovere non solo perché ci appartiene. Non possiamo pensare di lasciare ai nostri figli un pianeta diverso da quello spettacolare che abbiamo conosciuto.

Nel nostro segmento di mercato, per preservare l’ambiente vale certamente la pena avvalorare la rigenerazione ed il riuso delle  cartucce per affrancatrici

COP26: Amazzonia CO2